da admin | Ago 24, 2022 | Blog/News
Terapia di illuminazione, scopri il suo potere
Nota anche come Light Therapy o Fototerapia la terapia della luce o terapia di illuminazione è un metodo di cura per una particolare forma di depressione ma efficace anche per disturbi di altra natura. consiste nell’esposizione ad una luce filtrata di intensità pari a 10.000 lux emessa da una particolare lampada.
Per avere un termine di confronto basti pensare che l’intensità media della luce in una stanza è di 500 lux. Per quanto intensa, la luce risulta gradevole, è ben tollerata dall’occhio ed è priva di raggi ultravioletti o infrarossi che potrebbero arrecare danni alla retina.
In genere le sedute si effettuano nelle prime ore della mattina (tra le 8 e le 10), hanno una durata di 30 minuti e devono essere ripetute quotidianamente almeno per una o due settimane.
Come funziona
La terapia di illuminazione sfrutta la capacità naturale della luce di regolare una serie di funzioni del nostro organismo indispensabili per mantenere un buon equilibrio fisico e psicologico come il sonno. L’appetito, il tono dell’umore e il desiderio sessuale. Durante il trattamento è strettamente necessario:
- sedersi a circa 50-70 cm dalla fonte luminosa.
- stare con gli occhi aperti anche se non è indispensabile fissare la lampada in modo diretto e continuo, per cui si può leggere o studiare.
Il momento migliore della giornata in cui l’esposizione deve avvenire, il numero e la durata delle sedute variano da caso a caso e vengono stabiliti dopo un’accurata valutazione clinica personalizzata.
Con la terapia della luce è possibile regolarizzare il ritmo sonno/veglia e la produzione di melatonina e serotonina tutte le volte che si verifica una de-sincronizzazione generata da fattori esterni come il jet lag. Oppure un lavoro notturno o interni (depressione) con conseguente sensazione di malessere, stanchezza, irritabilità, perdita del desiderio sessuale.
A chi si rivolge
La terapia di illuminazione costituisce un valido trattamento della fase depressiva del disturbo affettivo stagionale. Che poi è una particolare patologia dell’umore caratterizzata dall’alternanza di depressione in autunno-inverno e benessere o euforia percepita viceversa nelle stagioni di primavera ed estate. Più di recente viene impiegata anche nella depressione non stagionale, in associazione con medicinali antidepressivi.
da admin | Ago 17, 2022 | Blog/News
Recupero dell’anima, il rito antico
Viviamo in quello che viene definito mondo civilizzato e troppo spesso questo mondo ci porta a rifiutare l’aspetto spirituale della vita e a considerare le ritualità come pratiche superstiziose e strane o anche come sciocchezze prive di alcun valore o rilievo per la nostra vita. La perdita di anima è invece una delle cause maggiori di malattie e malesseri, anche se la medicina convenzionale sembra averla sacrificata nell’imponderabile stress. Il recupero dell’anima invece, o soul hunting, è un antico rito sciamanico che non può essere compreso da un punto di vista logico razionale.
Le due metà dell’Io
La nostra cultura occidentale utilizza la parte sinistra del nostro cervello, ovverosia la nostra parte logica razionale. Questa parte logico razionale è una delle forze essenziali che ci permette di creare e che ci mette in grado di sopravvivere nella nostra realtà fisica. Il recupero dell’anima ci insegna invece a connetterci col cuore.
Aprire il nostro cuore rivolgendo lo sguardo all’interno attraverso i nostri sensi, favorisce uno stato di presenza e ricettività: lo stato appropriato per aprirsi alla trance sciamanica. Dimensione in cui viaggiare per recuperare frammenti perduti di anima attraverso il rituale del soul hunting. Ogni qualvolta soffriamo a causa di un trauma grave, una parte del nostro spirito si separa da noi per tentare di sfuggire ad un dolore tanto grande.
Cosa causa la perdita dell’anima
Per ottenere il recupero dell’anima bisogna capire le cose che ne causano la perdita. Principalmente esse sono:
- La morte di una persona molto vicina e amata.
- Una malattia grave.
- Un incidente traumatico.
- Subire una violenza fisica o psicologica
Per gli sciamani il malessere e la malattia sono sempre stati un problema spirituale. La perdita di anima o il graduale dissolversi della forza vitale, dell’energia e della vitalità sono sempre stati visti alla stregua di una malattia spirituale.
Gli sciamani credono fermamente anche nel fatto che quando l’anima lascia completamente il corpo il paziente che lo occupa muore. Nel mondo sciamanico si pensa che la violenza fisica ed emozionale faccia sì che la parte di anima se ne vada, e questi avvenimenti vengono considerati una violenza allo spirito.
da admin | Ago 9, 2022 | Blog/News
Lavoro sugli inframondi, nuove prospettive
Lo studio delle culture cosiddette arcaiche è fondamentale per comprendere le strutture della nostra mente di Uomo contemporaneo di tipo occidentale. Ci sono culture extracomunitarie che hanno mantenuto subconsci nuclei di sistemi di credenza impermeabili ai processi di transculturazione, resistendo anche agli ultimi processi di omologazione mediatica e tecnologica della mente avvenuta in questa era di globalizzazione.
Questi nuclei garantiscono un implicito senso di appartenenza e identità originaria e, parzialmente rappresentano un meccanismo di resistenza inconscio alla potenza assimilatrice del nuovo diktat culturale. Il lavoro sugli inframondi per molti, anche non originari di tali arcaiche culture, costituisce la diffusione di modi di pensare, agire e sentire il mondo come se si fosse appartenenti a culture abbandonate o remote.
Rappresenta una nuova provocante sfida al recupero di punti di prospettiva alternativi all’oggettivismo razionalista e più implicanti aspetti soggettivi, estetici ancorché mistici dell’esistenza.
La funzione del rito
Il rito è un organizzatore psicosociale di base presente in tutte le culture. Definisce spazi e tempi sociali, solo per fare alcuni esempi si ricordano:
- I riti di passaggio che marcano il percorso evolutivo di un individuo all’interno della comunità o le identità di genere e di ruolo.
- I riti stagionali che segnano le regole di sopravvivenza del gruppo.
- I riti celebrativi che stabiliscono le gerarchie e l’amministrazione comunitaria.
Il lavoro sugli inframondi va inteso come processo psichico, come organizzazione di simboli capaci di aver presa sul reale. Il rito costruisce porte o finestre su spazi simbolici trasfigurati e non usuali, che presuppongono un viaggio, un’avventura cognitiva attraverso allegorie, simboli, metafore trasformative.
L’alterazione di coscienza come forma di lettura
In queste zone d’inframondo dove solo la mente non-ordinaria può avere accesso, attraverso un’alterazione dello stato di coscienza, l’iniziato raccoglie forze di guarigione e di trasformazione; elabora intuizioni, informazioni, istruzioni sul vivere, opera processi che hanno ricadute sul reale del mondo.
Il lavoro sugli inframondi tramite il rito dà accesso alla rete d’interdipendenza fra dimensioni, elementi, essenze vitali che compongono l’universo non-ordinario della mente sciamanica. Questo universo culturale offre una grande ricchezza di spunti per ripensare da un punto di vista psicosomatico il dolore e il male di vivere.
da admin | Ago 2, 2022 | Blog/News
Chirurgia olografica, che cos’è
Ci si sta avviando a grandi passi verso la cosiddetta sanità digitale, specie per quanto riguarda le tecniche chirurgiche. Il medico sarà in grado di simulare un’operazione e di predire gli effetti di un intervento, anche grazie ad un intenso utilizzo di ologrammi. In medicina tale concetto può essere applicato all’immagine, intera o parziale, di un essere umano e ampliato ad una quarta dimensione: il tempo.
L’ologramma medico è infatti una ricostruzione 3D dell’anatomia d’interesse, che può avvenire in tempo reale ed essere proiettata addirittura a migliaia di km di distanza, o che può seguire, come nel caso di una simulazione chirurgica, ciò che succede nel corso dell’intervento chirurgico in base alle scelte e agli imprevisti in campo operatorio. Ecco perché si definisce chirurgia olografica.
Come avviene la ricostruzione olografica
Alla base della chirurgia olografica c’è una precisa ricostruzione 3D che avviene tramite la ricombinazione software di pacchetti di immagini mediche più tradizionali, come quelle ottenute tramite ecografia, risonanza magnetica e radiografia unite da algoritmi di intelligenza artificiale. Proprio per questo motivo l’olografia medica può essere affiancata a strumenti tradizionali come l’ecografia, puntando a rivoluzionare il modo in cui i medici interagiscono con l’imaging 3D, spostando l’equilibrio del flusso di lavoro in ambito clinico.
Come funziona
Nella chirurgia olografica realtà aumentata e intelligenza artificiale sono a disposizione dell’ingegneria biomedica per:
- facilitare il controllodel campo operatorio.
- ricostruiree comprendere l’anatomia specifica dell’organo su cui intervenire.
- prediree simulare casistiche post-intervento.
- modellarestorie cliniche a scopo didattico.
- facilitare la diagnosie le collaborazioni da
- interpretare patologiecomplesse e favorire la medicina di precisione.
Ciò che si ottiene in sala operatoria è una realtà mista, un’unione di realtà virtuale e realtà aumentata. Molti interventi chirurgici complessi implicano e hanno bisogno di una stretta collaborazione multidisciplinare tra varie figure professionali, come ad esempio tra cardiochirurghi, cardiologi e perfusionisti.
In questo contesto gli ologrammi biomedici e la visualizzazione 3D possono facilitare il dialogo e un miglior approccio in sala operatoria. Sarà sempre più possibile, insomma, che nel futuro un intervento chirurgico venga seguito contemporaneamente da professionisti ubicati materialmente in luoghi diversi tra loro, agendo all’unisono per la salute del paziente.
da admin | Lug 10, 2022 | Blog/News
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